( ICSR – Italian Centre for Social Responsibility)

 

Premessa

Le molte iniziative in tema di CSR
Negli ultimi anni si sente sempre più spesso usare del termine di Responsabilità Sociale d’Impresa: sono nate, infatti, una miriade di iniziative che più o meno concretamente si impegnano ad interpretarne il significato. Basta entrare in un comune motore di ricerca e digitare l’espressione Corporate Social Responsibility per trovarsi innanzi a circa sette milioni di siti che in modi differenti cercano di suggerire cosa si debba intendere con tale termine. Molte sono anche le proposte, che si sono susseguite negli anni a livello nazionale ed internazionale, tese alla formalizzazione di questa nuova modalità di fare impresa.

… a livello globale
Senza alcuna pretesa di essere esaustivi possiamo ricordare talune delle iniziative di valenza globale che hanno promosso formalmente la tematica: il UN Global Compact , nato per iniziativa dell’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan che, il 31 Gennaio 1999, nel suo appello al World Economic Forum, invitava i leader dell'economia mondiale ad aderire ad un progetto internazionale a supporto di dieci principi relativi ai diritti umani, al lavoro, all’ambiente, ed alla lotta alla corruzione che avrebbe unito imprese, agenzie ONU, organizzazioni sindacali e società civile. Ancora si possono citare le “Linee Guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali” (OCSE, 2000) che costituiscono un corpo di raccomandazioni affinché queste si attengano a linee di condotta responsabili nello svolgimento delle rispettive attività di business.

…in Europa
Accanto alle iniziative globali se ne possono citare altre a livello europeo: il Libro Verde della Commissione europea del 2001 (Commissione europea, 2001), la Comunicazione della Commissione europea del 2002 (Commissione europea, 2002), il Forum Multistakeholder , la Comunicazione della Commissione europea del 2006 (Commissione europea, 2006), sottolineano tutte il riconoscimento della validità e dell’importanza dell’argomento in questione.

…in Italia
Con un qualche ritardo rispetto al panorama internazionale anche l’Italia ha accolto ed interpretato questo generale orientamento a favore della Responsabilità Sociale d’Impresa, sia con iniziative istituzionali a livello nazionale o locale, sia con progetti di varia natura promossi da enti, associazioni ed organizzazioni espressione del mondo imprenditoriale, del volontariato, della ricerca, dell’accademia e della formazione.

Il mutamento delle condizioni economico-sociali
Le iniziative sopramenzionate non sono se non la conseguenza di un mutamento del panorama economico-sociale indotto da macrofenomeni quali la globalizzazione, l’ipercompetizione, l’indebolimento dello Stato sociale, il rafforzamento del peso di attori privati, quali sono le grandi corporation, all’interno dei sistemi paese, la relativa consapevolezza della società civile circa i cambiamenti in atto, le esigenze di uno sviluppo che sia realmente sostenibile e che non pregiudichi i diritti degli individui, le tematiche ambientali ecc.

Avvicinamento progressivo alla materia
In tale contesto un qualsivoglia attore che voglia operare all’interno di un certo ambito necessita di una legittimazione generale da parte dei principali attori sociali e di un consenso diffuso. Nessun soggetto può trarre da sé stesso il permesso ad agire, ma al contrario ogni azione è parte ed ha valore se inserita in una rete di relazioni. Il mondo imprenditoriale ed il mercato, in senso ampio, consci del mutamento di scenario e di aspettative da parte di tutte le categorie di Stakeholder (istituzionali e non) hanno, di conseguenza, maturato la consapevolezza della urgenza di dovere investire in attività socialmente responsabili e giudicate di grande importanza da parte dei loro principali portatori di interesse. Dopo una iniziale reticenza a riguardo, la risposta delle imprese, o almeno di quelle più innovative dal punto di vista gestionale, è stata un avvicinamento progressivo alla tematica, una sua interpretazione ed una sua successiva attuazione. Da questa consapevolezza nasce il cambiamento che da anni sta permeando il mondo del business inducendolo ad aderire a programmi che di volta in volta possono assumere nomi diversi quali ad esempio: CSR, Corporate Citizenship, Sustainability solo per citarne alcuni. Queste iniziative sono ormai generalmente standardizzate ed impongono alle aziende, italiane ed estere, “l’obbligo morale” di essere sempre più attente e sensibili alle tematiche sociali, ambientali e culturali coinvolgenti le molteplicità di Stakeholder con i quali esse si rapportano. Non solo, le molteplici iniziative che ricadono nell’ambito tematico della CSR iniziano ad essere percepite come un fattore strategico, un’opportunità ed una leva sulla competitività.

La CSR come elemento strategico
La CSR diventa parte integrante delle strategie d’impresa, delle politiche che ne regolano e guidano la condotta, ed in certi casi anche principi ispiratori delle attività di core business. Per la maggior parte dei soggetti coinvolti, comunque, dobbiamo sottolineare come l’integrazione del tema sia ancora in fase di studio ed in via di delineamento. Le innumerevoli difficoltà che vengono palesate dalle business community e dagli Stakeholder sottolineano quanto lavoro debba essere ancora fatto (Franklin, 2008). Inoltre, se le aziende cercano da tempo di confrontarsi con il mutamento del panorama economico, sociale e culturale avvenuto, e di adottare i comportamenti ritenuti più consoni, bisogna evidenziare come ciò venga fatto spesso in modo per lo più autonomo e da “autodidatti”, cercando di orientarsi all’interno dell’offerta, presente a livello nazionale ed internazionale, di possibili strumenti messi a disposizione da prassi ed esperienze consolidate. Molte sono infatti le proposte avanzate dalla comunità scientifica e dal mondo del business, ma spesso siamo al cospetto di teorie/mezzi mancanti di una generale univocità all’interno dei quali risulta difficile orientarsi in modo consapevole. Manca, soprattutto in Paesi come l’Italia, dove la CSR ha iniziato a diffondersi in tempi recenti, una capacità di interpretazione e selezione critica. 

Disomogeneità d’approccio alla CSR
Ad oggi abbiamo standard che indicano come redigere un bilancio sociale od un codice di condotta, ma non abbiamo una definizione universale di CSR o di Stakeholder. Ancora si constata l’emergere di nuove professionalità, quali il CSR manager e l’Ethics officer, che si occupano nelle aziende delle questioni afferenti alla CSR e che devono ben comprendere e gestire la tematica nell’agire quotidiano, ma non vi è indicazione di quali siano le caratteristiche, le competenze, e la formazione che questi soggetti dovrebbero avere.

…riflessione sull’offerta didattica
La consapevolezza di queste zone d’ombra nell’ambito della CSR ha reso necessario un approfondimento sul tema della formazione e della offerta didattica, disponibile a livello internazionale e nazionale, capace di contribuire a preparare la futura classe dirigente alle sfide poste dalle esigenze del “mercato globale” e dalla necessità di doversi confrontare con i temi della responsabilità sociale e ambientale che valicano i confini dei meri obblighi finanziari.

Istruzione come leva strategica
Crediamo che l’educazione sia una possibile ed importante leva verso il cambiamento; la CSR non è solo un bilancio sociale od un codice di condotta, questi sono solo alcuni degli strumenti che ne caratterizzano l’implementazione. Essa deve essere considerata come una “nuova” cultura capace di guidare il modus operandi delle aziende, divenendo parte integrante dei processi strategici del business stesso. Se è tale allora bisogna vedere quali sono i suoi fondamenti, come viene approcciata dalle Università (luogo principe dell’insegnamento), quali sono le tendenze emergenti a livello nazionale ed internazionale.

Definire la CSR
Prima di entrare nel merito della ricerca si rende necessario, ex-ante, compiere una precisazione terminologica definendo cosa venga inteso in questo contesto come CSR. A tale riguardo abbiamo mutuato la definizione fornita della Commissione europea, che descrive il fenomeno come: “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”(Commissione europea, 2001).

 

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