(di Vivien A. Schmidt)


La domanda principale per l’Unione Europea non è “Esiste un deficit di democrazia?”, ma piuttosto “Dov’è il deficit di democrazia?” La risposta è che il deficit di democrazia non esiste tanto a livello dell’Unione quanto a livello delle singole nazioni che la compongono. Lo afferma in questo saggio esclusivo una importante studiosa americana che, sul rapporto tra Europa e Stati Uniti, osserva che...


Nel processo di integrazione europea, l’UE ha alterato non solo le politiche nazionali, ma anche le “forme di governo” nazionali, in quanto il luogo del potere e dell’autorità governativa si è spostato a Bruxelles, e in quanto le politiche di parte locali sono state marginalizzate dalle politiche fondate sugli interessi dell’UE. Ma sebbene la presenza istituzionale stessa dell’UE abbia grandemente influito sulle prassi di governance nazionale, tali effetti non sono la fonte di un deficit di democrazia per sé. Dopo tutto, l’integrazione europea è servita a promuovere i propositi democratici degli stati membri in una vasta gamma di modi, principalmente consentendo a essi di ottenere collettivamente quanto sarebbe stato più difficile ottenere individualmente in termini di pace regionale, prosperità economica e potere mondiale. E garantisce anche voce, accesso e influenza dei cittadini tramite un gran numero di diverse possibilità.

I problemi reali derivano non tanto dalle nuove prassi europeizzate di governance, ma da come tali prassi si scontrano con vecchie idee sulla democrazia nazionale in assenza di un nuovo discorso legittimante sull’integrazione europea, per non parlare di nuovi meccanismi per la partecipazione dei cittadini. I leader nazionali continuano a proiettare visioni di democrazia nazionale come se nulla fosse cambiato, anche se tutto è cambiato; anche peggio, scaricano le responsabilità o si attribuiscono il merito delle questioni di politica relative all’UE, restando invece zitti sulle questioni di forme di governo relative all’UE fatta eccezione in momenti particolari, quando potrebbe essere troppo tardi – come nel caso dei referendum sul Trattato Costituzionale in Francia e nei Paesi Bassi. Cosa più importante, tutto ciò contribuisce alla crisi attuale della politica nazionale, che è dove il deficit di democrazia legato all’UE ha i suoi effetti più gravi.


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